Di Vito Foschi
Il polpo come simbolo non è molto diffuso. Di primo acchito non può che rimandare al mare e quindi all'abisso e al simbolismo connesso. Interessante è esaminare la sua presenza nella Grecia antica. Il suo utilizzo come elemento decorativo risale alla civiltà greca più antica e compariva anche sulle monete, spesso associato a divinità quale Poseidone e in alcune anche ad Afrodite. Su quest’ultimo punto è interessante notare che per gli antichi greci il polpo era considerato un cibo afrodisiaco.
Dato il suo utilizzo decorativo aveva sicuramente una valenza positiva. Caratteristiche peculiare del polpo è la sua capacità di mimetizzarsi, di spruzzare inchiostro confondendo il nemico potendo fuggire e di aver un corpo elastico capace di adattarsi. Queste peculiarità, nell'antica Grecia, lo hanno fatto diventare sinonimo di astuzia e pertanto veniva associato alla figura di Ulisse, l'eroe greco saggio e astuto per eccellenza. In sintesi il polpo può rappresentare l'astuzia, la capacità di adattarsi alle circostanze, le trasformazioni della vita e come aspetto negativo l'inganno. Altro elemento che possiamo ricavare dall’archeologia è la sua presenza in alcune tombe di Micene che potrebbero far pensare ad un suo simbolismo legato a riti funerari forse associato all’idea di rinascita perché erano ben note le capacità di rigenerazione dei tentacoli dell’animale.
In un vecchio testo di araldica del 1680, “L’araldo Veneto”, opera di Giulio Cesare de Beatiano, il polpo è simbolo di protezione e la caratteristica che viene evidenziata è la sua capacità di attaccarsi agli scogli quando il mare è in tempesta venendo a rappresentare la tenacia e l’amante costante che non vacilla di fronte alle tempeste della vita.
Immagine da Wikipedia - Anfora Museo Archeologico di Atene |
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